
Intervista agli autori del libro edito da FrancoAngeli “L’Organizzazione Resiliente”
Annalisa Pennini e Giampaolo Armellin ci raccontano cosa significa resilienza nel settore socio sanitario e cosa possiamo imparare dalle recenti esperienze.
Le crisi cambiano i sistemi. L’aspetto centrale della resilienza è la capacità di non ritornare allo stato in cui l’organizzazione si trovava prima della crisi. Un’organizzazione capace di adattarsi alle situazioni impreviste è basilare per qualsiasi sfida futura, cosa ne pensate? Cosa differenzia il concetto di resilienza da quello di robustezza e ridondanza?
La pandemia ha rappresentato un’occasione per ripensarsi, per riflettere su cosa c’era prima e su cosa vogliamo domani per le nostre organizzazioni. Questo testo trae spunto dall’esperienza pandemica, ma si può adattare anche ad altre situazioni di crisi. Nel futuro diverse saranno le occasioni di sperimentare la resilienza e conviene arrivarci attrezzati.
La resilienza non è solo robustezza e ridondanza, essere robusti significa essere forti e capaci di resistere a certi livelli di stress senza subire danni o perdere funzionalità, essere ridondanti invece significa creare sistemi e funzioni “sostituibili” in modo che, in caso di danno, si possa comunque funzionare.
Ci sono però altri aspetti (modello delle 4R) che caratterizzano i sistemi resilienti, fra cui ricordiamo l’intraprendenza che è la capacità di identificare problemi, stabilire priorità e mobilitare risorse quando si presentano situazioni di minaccia. Infine, la rapidità, per intervenire sulle priorità e ripristinare le funzionalità in modo tempestivo.
Il libro presenta i dati emersi da una ricerca quali-quantitativa su un campione di 180 professionisti sanitari, ai quali è stato somministrato il questionario SEOR (Self-Evaluation of Resilience), e 10 dirigenti aziendali, a cui sono state sottoposte delle interviste. Quali sono I fattori chiavi evidenziati dallo studio?
Cosa hanno dovuto fronteggiare le organizzazioni sanitarie e sociosanitarie con la pandemia? Con la nostra ricerca siamo andati a indagare la complessità dei servizi sanitari e sociosanitari, la nostra indagine si è svolta con un questionario SEOR, per una valutazione quantitativa preliminare, cui abbiamo affiancato un’indagine qualitativa per raccogliere esperienze e “insight”.
L’analisi dei risultati ha portato in evidenza cinque temi chiave rispetto allo sviluppo della resilienza nelle organizzazioni sanitarie e sociosanitarie.
L’eterogeneità dei servizi sembra portare a una maggiore potenzialità di resilienza. Il personale risulta la risorsa principale per garantire risposte resilienti alle criticità, anche se i ruoli operativi, di front line, evidenziano una maggiore difficoltà come la “fatica”, fisica e psicologica.
Rispetto ai livelli organizzativi, emergono visioni differenti sullo sviluppo della resilienza con diverse percezioni tra quelli di coordinamento e quelli più operativi. Fondamentale il ruolo dei coordinatori per la gestione degli interventi e il raccordo tra risorse aziendali. Infine, il sostegno e lo sviluppo di reti (interne, esterne, formali o informali), risulta un aspetto molto rilevante per costruire un approccio resiliente in emergenza.
Ci potete anticipare qualche suggerimento per strutturare le organizzazioni socio sanitarie in modo da renderle capaci di funzionare in situazioni impreviste adattandosi velocemente a nuove circostanze?
I fattori critici identificati nell’indagine diventano elementi su cui puntare l’attenzione: li intendiamo come “abilitanti” per le azioni di sviluppo e potenziamento delle capacità di resilienza. Proponiamo interventi praticabili per gestire la fase post-crisi, orientando le organizzazioni verso l’antifragilità.
Come esempio, l’analisi retrospettiva sulle modalità di gestione dei servizi attuate durante il periodo di crisi, consentirebbe di identificare possibili ambiti di intervento a breve termine per lo sviluppo di reti, organizzazione e offerta. Si potrebbero mantenere strumenti tecnologici attivati durante l’emergenza e capitalizzare le competenze acquisite. Sarebbe importante alimentare lo spirito di collaborazione sviluppato durante l’emergenza, evitando di “tornare come prima”.
Sarebbe utile identificare aree di miglioramento nella collaborazione tra ambito sanitario e sociosanitario, per sviluppare interventi migliorativi, senza attendere necessariamente adeguamenti normativi, porre attenzione alla evoluzione dei ruoli, adottare logiche organizzative basate sui processi e riflettere su missione e visione aziendale.
Soprattutto per i servizi sociosanitari, sarebbe importante adottare strategie multiservizio, considerando lo sviluppo di reti, puntare su sistemi reattivi, costruire infine relazioni strutturate sul territorio e integrare le risorse.
Perché alcune organizzazioni non riescono a gestire le sorprese e vanno in crisi mentre altre riescono a adattarsi?
Vi sono diversi fattori che entrano in gioco nelle organizzazioni che si adattano meglio. Prima citavamo il modello delle 4 R: Robustness, Redundancy, Resourcefulness, Rapidity, cioè aspetti che se presenti, caratterizzano le organizzazioni maggiormente resilienti.
Oltre a questo, alcune organizzazioni riescono ad adattarsi applicando la resilienza come processo e non solo come risultato, in questo modo si ha un sistema che apprende continuamente e che cerca di evolversi rispetto alla situazione precrisi e si attrezza per le sfide future, se la si pensa come risultato è facile invece tornare alla situazione pre-crisi.
Vi sono inoltre altri fattori che possono predire la capacità di adattamento come:
- La postura ricettiva chepermette di avere senso di realtà e giudizio e di individuare i punti di forza e di debolezza.
- L’integrità del sistema cheprevede il coinvolgimento dei professionisti, le relazioni per incrementare l’impegno e ricerca di soluzioni creative.
- La capacità strategica che comprende la possibilità di accedere a risorse materiali e umane attraverso strategie definite.
- Infine, l’azione strategica si riferisce alla flessibilità e alla proattività, che consentono di attivare risposte innovative e appropriate alla situazione.
L’abbinamento di un testo con uno strumento concreto online ha rappresentato una sfida importante per CBA Group. Per tutti i lettori del libro che desiderano valutare, migliorare e sviluppare la capacità di resilienza del proprio ente, sarà disponibile online gratuitamente il questionario SEOR. Qual è l’obiettivo di questa proposta?
Questa modalità online di accesso a SEOR comporta il vantaggio di effettuare rapidamente la valutazione in modalità self-service, l’applicazione web consente di raccogliere in pieno accordo con la normativa sulla privacy i dati dei questionari compilati, così da poter aggregare lo storico delle valutazioni effettuate e contribuire all’elaborazione di statistiche di settore.
Infatti, auspichiamo che SEOR possa evolversi per promuovere una comunità di pratica sulla resilienza nel settore sanitario e sociosanitario, mettendo in relazione persone e organizzazioni, attraverso la raccolta e la condivisione di esperienze.
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